lunedì 21 novembre 2016

Cristian Simoncini - Questa poesia comico/parodica è stata concepita parodiando il sonetto "Tanto gentile e tanto onesta pare" del sommo poeta Dante Alighieri

Tanto grassa e tanto strabica pare
La donna mia quand'ella altrui saluta,
Ch'ogne lingua deven tremando muta,
E li occhi non hanno coraggio di guardare.

Ella si va, sentendosi insultare,
Malignamente di bruttezza vestuta
E par che sia una cosa venuta
Dall' inferno in terra a disgusto mostrare.

Mostrasi sì acida a chi la mira,
Che dà per li occhi un amaro al core
Che 'ntender no lo può chi no lo prova.

E par che dalla sua labbia si mova
Un spirito pien d'odio
Che va dicendo all' anima: Spira.

Francesca Gallo - Ho scritto questo sonetto parodiando la poesia di Petrarca "Erano i capei d’oro a l’aura sparsi"

Erano i capei grigi a l’aura sparsi
Che’n mille sudici nodi gli avvolgea,
E’l fioco lume oltra misura ardea
Di quei tristi occhi, ch’or ne son si scarsi;

E’l viso di pietosi color’farsi,
Non so se vero o falso, mi parea:
I’che l’esca dolorosa al petto avea
Qual meraviglia se di subito arsi?

Era l’andar suo cosa spettrale
Non d’angelica forma, e le parole
Sonavan altro, che pur voce umana

Uno spirito oscuro, una forma animale
Fu quel ch’i’ vidi; e se non fosse or tale.
Piaga per allentare d’arco non sana.

Giulia Simeoni - Componimento scritto parodiando il sonetto di Dante "Tanto gentile e tanto onesta pare"

Tanto scortese è odiosa pare
la donna sua quand'ella a me saluta
che la mia lingua meglio che taccia muta
e che i suoi occhi smettano di guardare.

Questa va, credendosi ammirare
da gente a loro insaputa,
neanche fosse qui la benvenuta
di piazza in piazza sempre a spettegolare.

Si mostra sì gentile a chi l'attira
che a primo impatto dà una sensazione al cuore
che nessuno può capire se non la prova.

Si sa che i suoi capelli puzzan come le uova
di naso in naso urla quest'odore
che van dicendo alle persone: Respira!

Luca Mastrofrancesco - Composta parodiando il famoso sonetto di Petrarca

Erano i capei d’oro a l’aura sparsi
che n’mille amari nodi eran attorti
e li suoi occhi scuri e smorti
specchi diversi usavan per mirarsi.

E lo suo viso era da scartarsi
ma la sua bocca fine e asciutta
era ancor più brutta a dirla tutta
o madre mia, una donna da evitarsi

Voce acuta stridula e puntuta
a far da contraltare a le sue forme
storte grosse e un po’ rotonde

bellezza fuor da le consuete norme
opera incompresa e assai sbagliata
che paura a tutti infonde.